Difficile spiegare quella voragine che si apre nel tuo stomaco, quella vertigine che cattura la tua testa ogni volta che ti ripeti “papà non c’è più”.
Forse l’immagine più immediata che posso darti è quella delle canne al vento di Deleddiana memoria. Non hai più un nord, la tua bussola è impazzita, ti manca lo zenit.
È il mondo che ti ha accolta ad andare in frantumi.
E poi, ci sono gli equilibri che si squilibrano, una famiglia che pur nella sua compattezza sembra un gregge disordinato e abbandonato.
Ogni giorno ti svegli e non sai quali nuove sensazioni ti attraverseranno, quanto dolore proverai né quando esploderà.
Stasera mi sento come su un calcinculo, quando sei lassù e ti manca il fiato, la testa è vuota e un vago senso di nausea ti possiede. L’urlo che vorresti lanciare ti si spegne in gola. I piedi a penzoloni.
Lassù, tremolante essere su un cigolante e insignificante seggiolino, la notte intorno.
È così che ci si sente, quando muore tuo padre.
Fighissimo
<3